MATRIMONIO E DEBITO CONIUGALE- NON TI STAI SPO SANDO BIANCANEVE, MA GRIMILDE

NON TI STAI SPOSANDO BIANCANEVE, MA GRIMILDE

MATRIMONIO E DEBITO CONIGALE

Prima di introdurre il discorso del debito coniugale nel matrimonio, è ben sottolineare  questo è dovuto nel solo caso  di matrimonio sacramentale cattolico , le sole unioni civili denominate comunemente "matrimoni" non sono tali, sono nulli davanti a Dio.
Ma sono nulli, anche moltissimi matrimoni in Chiesa (ci si sposa senza Fede cattolica, essendo pro aborto, pro divorzio, pro gender , pro contraccezione, senza voler figli etc etc), quindi il dovere di onorare il debito coniugale, da prendere eventualmente in considerazione in questi casi,è molto discutibile .



SPOSARSI NON E' DANNARSI


Effettivamente, la cosa peggiore che possa capitare ad un uomo, è dannarsi eternamente per una moglie lussuriosa.
Oltre a perdere dignità in vita, un marito che dipende dal sesso disordinato della consorte, commette peccato mortale e se non si pente (Dio è sempre  misercordia) rischia di finire all'inferno eternamente.
Si passa, magari, una vita di soprusi, con una donna tossica, e si  perde pure la vita eterna per il sesso disordinato. E a pensarci bene, questo è intollerabile.
Quindi, è bene "perlomeno" essere in grazia di Dio e guadagnarsi Cristo.

Disordinati sono i rapporti "non aperti alla vita", vedasi l' Humanae vitae a riguardo.
Chi tra l'altro vive la sessualità disordinata vive in peccato mortale, quindi è perso ed in mano al maligno, capace dunque di compiere qualsiasi nefandezza e violenza, perché lontano di Dio.
La castità matrimoniale è opera difficilissima, ma non impossibile, a questo bisogna aggiungere che Dio è sempre pronto a perdonarci, sempre che non abusiamo della misericordia per peccare. Per tenere presente questo principio, dobbiamo prima del peccato, temere la giustizia di Dio e dopo, l'eventuale  peccato , confidare sempre nella misericordia.
Mai dimenticare, che chi poi vive la sessualità disordinata, è in balia della lussuriosa ( vedi esempi nel sito) e perde lucidità  può autodistruggersi, con scelte dissennate perdendo patrimoni ( magari intestandoli a mogli tossiche )e amor proprio.
La castità matrimoniale è difficile, ma non ci sono alternative.






HUMANAE VITAE
In conformità con questi principi fondamentali della visione umana e cristiana sul matrimonio, dobbiamo ancora una volta dichiarare che è assolutamente da escludere, come via lecita per la regolazione delle nascite, l’interruzione diretta del processo generativo già iniziato, e soprattutto l’aborto diretto, anche se procurato per ragioni terapeutiche. È parimenti da condannare, come il magistero della chiesa ha più volte dichiarato, la sterilizzazione diretta, sia perpetua che temporanea, tanto dell’uomo che della donna. È altresì esclusa ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione. Né, a giustificazione degli atti coniugali resi intenzionalmente infecondi, si possono invocare, come valide ragioni: che bisogna scegliere quel male che sembri meno grave o il fatto che tali atti costituirebbero un tutto con gli atti fecondi che furono posti o poi seguiranno, e quindi ne condividerebbero l’unica e identica bontà morale. In verità, se è lecito, talvolta, tollerare un minor male morale al fine di evitare un male maggiore o di promuovere un bene più grande, non è lecito, neppure per ragioni gravissime, fare il male, affinché ne venga il bene, cioè fare oggetto di un atto positivo di volontà ciò che è intrinsecamente disordine e quindi indegno della persona umana, anche se nell’intento di salvaguardare o promuovere beni individuali, familiari o sociali. È quindi errore pensare che un atto coniugale, reso volutamente infecondo, e perciò intrinsecamente non onesto, possa essere coonestato dall’insieme di una vita coniugale feconda.
 

Liceità del ricorso ai periodi infecondi

La chiesa è coerente con se stessa, sia quando ritiene lecito il ricorso ai periodi infecondi, sia quando condanna come sempre illecito l’uso dei mezzi direttamente contrari alla fecondazione, anche se ispirato da ragioni che possano apparire oneste e gravi.

CASTII CONNUBI

Quindi non meraviglia se la Maestà divina, come attestano le stesse Sacre Scritture, abbia in sommo odio tale delitto nefando, e l’abbia talvolta castigato con la pena di morte, come ricorda Sant’Agostino: « Perché illecitamente e disonestamente si sta anche con la legittima sposa, quando si impedisce il frutto della prole. Così operava Onan, figlio di Giuda, e per tal motivo Dio lo tolse di vita »

Pertanto, essendovi alcuni che, abbandonando manifestamente la cristiana dottrina, insegnata fin dalle origini, né mai modificata, hanno ai giorni nostri, in questa materia, preteso pubblicamente proclamarne un’altra, la Chiesa Cattolica, cui lo stesso Dio affidò il mandato di insegnare e difendere la purità e la onestà dei costumi, considerando l’esistenza di tanta corruttela di costumi, al fine di preservare la castità del consorzio nuziale da tanta turpitudine, proclama altamente, per mezzo della Nostra parola, in segno della sua divina missione, e nuovamente sentenzia che qualsivoglia uso del matrimonio, in cui per la umana malizia l’atto sia destituito della sua naturale virtù procreatrice, va contro la legge di Dio e della natura, e che coloro che osino commettere tali azioni, si rendono rei di colpa grave.

Perciò, come vuole la suprema autorità Nostra e la cura commessaCi della salute di tutte le anime, ammoniamo i sacerdoti che sono impegnati ad ascoltare le confessioni e gli altri tutti che hanno cura d’anime, che non lascino errare i fedeli loro affidati, in un punto tanto grave della legge di Dio, e molto più che custodiscano se stessi immuni da queste perniciose dottrine, e ad esse, in qualsiasi maniera, non si rendano conniventi. Se qualche confessore o pastore delle anime, che Dio non lo permetta, inducesse egli stesso in simili errori i fedeli a lui commessi, o, se non altro, ve li confermasse, sia con approvarli, sia colpevolmente tacendo, sappia di dovere rendere severo conto a Dio, Giudice Supremo, del tradito suo ufficio, e stimi a sé rivolte le parole di Cristo: « Sono ciechi, e guide di ciechi: e se il cieco al cieco fa da guida, l’uno e l’altro cadranno nella fossa »




 

Peccato mortale
Qual è il peccato mortale?
   Si dice mortale perché dà morte all'anima, col far perdere la grazia santificante, che è la vita dell'anima, come l'anima è la vita dal corpo?
Quali danni fa all'anima il peccato mortale?

Il peccato mortale è una trasgressione della divina legge, per la quale si manca gravemente ai doveri verso Dio, verso il prossimo, verso noi stessi.

Perché si dice mortale?

  1. Il peccato mortale priva l'anima della grazia e dell'amicizia di Dio;

  2. le fa perdere il paradiso;

  3. la priva dei meriti acquistati, e la rende incapace di acquistarne dei nuovi;

  4. la fa schiava del demonio;

  5. le fa meritare l'inferno, ed anche i castighi di questa vita.
    A proposito del punto 4, chi cede alla lussuria evidentemente è più predisposto alla violenza ( essendo schiavo del demonio), questo è nfatti uno dei motivi del dilagare della violenza soprattutto negli ultimi decenni