Mario Crepaldi e il femminismo radicale- NON TI STAI SPO SANDO BIANCANEVE, MA GRIMILDE

NON TI STAI SPOSANDO BIANCANEVE, MA GRIMILDE

Mario Crepaldi

MARIOCREPALDIMarco Crepaldi, fondatore dell' associazione Hikikomori Italia, youtuber e psicologo, è stato linciato su web per essersi permesso di far notare che il femminismo può divenire "pure" pericoloso per gli uomini.
Fatto salvo che il femminismo è un corpo unico e non esiste una radice ideologica differente tra quello moderato e quello radicale, bisogna dire che spiace per la persona e questa volta , forse ancor più che per il problema che questa insulsa ideologia rappresenta.
Crepaldi non ha l' aspetto dell ' uomo "patriarcale", ha il volto pulito e incarna , forse il bravo ragazzo che le mamme di una volta, avrebbero voluto per le figlie.
Nonostante tutto, per il femminismo, pare un soggetto pericoloso.
E la realtà , è che in una certa misura lo è per loro, perché il giovane parla prevalentemente alla generazione dei millenials, e dire alle nuove generazioni che il dogma femminista del sessismo patriarcale è una solenne scemenza è pericoloso.
Rovina il piano di devirilizzazione ideologica delle nuove generazioni occidentali.
E questo per il nuovo mondo anticristico è impensabile.

L'uomo occidentale del futuro deve essere un eunuco, la donna deve essere il nuovo uomo.
Una sorta di invidia del pene possiede in maniera demoniaca le donne postsessantottine.
Quindi spiace per Crepaldi.
A lui , va a prescindere il sostegno degli uomini che non si vogliono castrare per far piacere alla Gruber o alla Boldrini.

CASTI CONNUBII

"I citati maestri di errori che offuscano il candore della fede e della castità coniugale, facilmente scalzano altresì la fedele ed onesta soggezione della moglie al marito. E anche più audacemente molti di essi affermano con leggerezza essere quella una indegna servitù di un coniuge all’altro; i diritti tra i coniugi devono essere tutti uguali, ed essendo essi violati con la servitù di una parte, tali maestri bandiscono superbamente come già fatta o da procurarsi una certa « emancipazione » della donna. Questa emancipazione dicono dovere essere triplice: nella direzione della società domestica, nell’amministrazione del patrimonio, nell’esclusione e soppressione della prole. La chiamano emancipazione sociale, economica, fisiologica; fisiologica in quanto vogliono che la donna, a seconda della sua libera volontà, sia o debba essere sciolta dai pesi coniugali, sia di moglie, sia di madre (e che questa, più che emancipazione, debba dirsi nefanda scelleratezza, già abbiamo sufficientemente dichiarato); emancipazione economica, in forza della quale la moglie, all’insaputa e contro il volere del marito, possa liberamente avere, trattare e amministrare affari suoi privati, trascurando figli, marito e famiglia; emancipazione sociale, in quanto si rimuovono dalla moglie le cure domestiche sia dei figli come della famiglia, perché, mettendo queste da parte, possa assecondare il proprio genio e dedicarsi agli affari e agli uffici anche pubblici.
"